martedì 23 aprile 2024
10.08.2012 - VALERIO GAMBACORTA

La leggenda di Dorando Pietri, sanremese d'adozione

Sono giorni consacrati a Olimpia: alle gare, agli eroi sportivi ed a record fiammeggianti (Rudisha sugli 800 - primo uomo a scendere sotto il muro del minuto e quarantuno secondi), di brutte storie di doping ma anche di "mamme volanti" (Josefa Idem) che dopo otto Olimpiadi appendono la pagaia al chiodo. Ma siamo a Londra e la mente vola al ricordo di Dorando Pietri...l'uomo che non riuscì a farsi re.

Tutti più o meno conoscono la storia sportiva di questo podista reggiano che ad inizio secolo impose il proprio passo veloce su tutte le più grandi maratone italiane ed europee fino a guadagnarsi quello che, ora, si chiamerebbe il "pass olimpico" per Londra 1908.

Erano anni in cui la forza atletica africana non era ancora esplosa, complice una situazione geopolitica fatta di colonie, guerre e nazioni tenuto sotto il "giogo" dell'appartenenza europea. I più grandi podisti e maratoneti di inizio secolo erano tutti europei. Dorando Pietri da Correggio (Reggio Emilia), partiva tra i favoriti nella maratona olimpica che chiudeva, come sempre (accade tutt'ora) il programma olimpico di Londra 1908.

Una gara condotta sempre in testa, a dimostrare che lui era il più forte, avendo tutte le carte in regola per sbaragliare gli avversari e far vedere che per lui correre nei campi coltivati del reggiano facendo imbufalire il padre e farlo nelle strade londinesi era la stessa cosa: cuore, testa e polmoni (le stesse cose che servono adesso...a meno che non si vogliano prendere scorciatoie viziate dal doping).

Dentro lo stadio il dramma; è in testa ma cade più volte a poche centinaia di metri dal traguardo. Aiutato e sorretto taglia per primo il traguardo. Squalificato. Dramma sportivo. Il giorno dopo la Regina Vittoria lo premia con una coppa di valore ancora più grande rispetto alla medaglia ed ai premi che competono al vincitore olimpico!

Ma che fu di Dorando Pietri smessa la carriera podistica? Pochi lo sanno ma Dorando visse a lungo a Sanremo e a Sanremo morì. 

Ci è di aiuto Andrea Gandolfo ("Vite di Sanremesi Illustri" - Edizione Casabianca 2008) nel tracciare un quadro degli anni "matuziani" del fortissimo podista reggiano: "Chiuse la carriera a Goteborg in Svezia nel 1911...dopo 46 gare che gli garantirono un guadagno di circa 46.000 Lire, una cifra enorme per l'epoca, contando che prendeva 1.250 Lire di diaria alla settimana dal suo procuratore. Dopo uno spiacevole incidente occorsogli nel 1923, nel corso di una spedizione punitiva di un gruppo di fascisti, decise di trasferire la propria impresa di autonoleggio in Riviera...e così il 26 Novembre del 1926 Dorando Pietri e la sua famiglia si trasferirono a Sanremo. Nella nostra città gesti l'autonoleggio, non senza partecipare alla vita sportiva locale come quando venne invitato a dare il via ai "Giri podistici di Sanremo" . Morì a Sanremo il 7 Febbraio del 1942 e fu sepolto nel Cimitero di Valle Armea dove tutt'ora riposa".

Un'ultima piccola notazione, a dimostrazione di quanto Pietri e la sua leggenda abbiano contraddistinto la storia dell'atletica mondiale, nel 1948 le Olimpiadi si svolsero di nuovo a Londra; ebbene al cospetto degli organizzatori si presentò un sedicente Dorando Pietri che, ovviamente, venne subito ospitato e trattato come si conviene ad un "quasi ex campione olimpico"...peccato che il buon Dorando fosse morto nel 1942! Un rapido controllo e il "falso" Pietri venne cacciato dalle Olimpiadi!

 


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