venerdì 19 aprile 2024
10.11.2011 - Donatella Lauria

Dopo alluvione, grido d'allarme del sindaco di Vallecrosia

"La mia proposta - dice Biasi - è di attivare corsi di formazione per tutti i Sindaci, i Comandanti di polizia Locale, gli uffici tecnici e tutti coloro che hanno delle responsabilità decisionali per la valutazione oggettiva dei rischi

Il sindaco di Vallecrosia Armando Biasi interviene dopo l'"odissea" di questi giorni causata dal maltempo e da una mancanza di coordinamento tra le varie zone interessate lancia un grido d'allarme per migliorare una situazione critica, soprattutto in momenti di allerta. "In questi giorni, - dice Biasi -  in cui abbiamo dovuto affrontare l’emergenza alluvione, ognuno di noi ha sperato di non trovarsi a ripetere le brutte esperienze, vissute nel recente passato del 2000  e del 2006. Purtroppo i territori Liguri del levante ed il nostro capoluogo hanno pagato un duro prezzo con vite umane e danni enormi.

A distanza di qualche giorno si possono fare alcune riflessioni,  per individuare ancora quali interventi o procedure bisogna mettere in campo per ridurre ulteriormente il rischio per i cittadini delle nostre città.

Viene chiesto in primo luogo agli enti pubblici di attivarsi e dotarsi di progettualità da finanziare con fondi speciali per la messa in sicurezza dei nostri torrenti onde rispettare i piani di Bacino.

In questo caso il nostro Comune recentemente ha completato il progetto, approvato dalla Provincia e dalla Regione, del nuovo canale scolmatore ideato da due Professori del Politecnico di Milano, che individua gli interventi necessari dalla foce del Verbone sino al Ponte della Romana, con un costo complessivo di oltre 20 milioni di euro e con la previsione anche della demolizione di un palazzo esistente.

Il progetto è stato intelligentemente studiato con la divisione in lotti funzionali da circa 5 milioni l’uno per favorire gli interventi e la ricerca dei fondi da parte degli enti che hanno l’opportunità di finanziare tali opere di ingegneria idraulica.

 Ci siamo subito attivati a ricercare forme di finanziamento urgenti anche perché il nostro fiume è stato inserito come rischio 1 nelle tabelle Regionali di protezione civile. Purtroppo, nonostante gli enormi sforzi economici degli ultimi dieci anni per la sua messa in sicurezza, sono state realizzate opere forse in modo discutibile coinvolgendo il tratto dal Ponte della Romana sino al centro Storico, dove la densità di popolazione è inferiore rispetto al centro urbano in cui attualmente abitano circa 5 mila abitanti.

Abbiamo ricevuto i complimenti da parte del Ministero, della Regione  e della Provincia in quanto in soli due anni ci siamo dotati di uno strumento progettuale che identifica i rischi e ne propone le risoluzioni con i costi relativi e abbiamo inserito nel nostro Piano Regolatore lo stesso progetto identificando le aree dove dovrà essere trasferito il fabbricato oggetto di esproprio.

 Ma la notizia insensata, quando si parla di vite umane a rischio, è che non ci sono fondi per finanziare tali opere indispensabili.

Il paradosso per tutti i Sindaci è avere l’obbligo di dotarci di studi approfonditi che rispettano le norme vigenti, avere la responsabilità civile e penale delle eventuali disastrose conseguenze, ma non aver la garanzia che, una volta svolto  a pieno il nostro dovere qualcuno pensi ad una norma specifica per la tutela e la messa in sicurezza delle popolazioni.

Penso che se si facesse un conto delle somme pagate a seguito dei danni dei nostri territori nei soli ultimi dieci anni emergerebbe un dato sconfortante, ancor più se si pensa che con molto meno potremmo, preventivamente, porre in sicurezza i nostri  fiumi ed i nostri torrenti.

Credo anche fortemente che una buona pianificazione urbanistica possa prevenire tali disgrazie e che tutta la Regione Liguria deve ottenere finanziamenti pubblici a tutela dei nostri territori e dei nostri abitanti.

 Proporrei anche di rivedere il regolamento per il riutilizzo del materiale lapideo dei fiumi, in quanto oggi è fatto divieto di poter riutilizzare parte del materiale, anche da parte dei privati, che ha costo zero per gli enti pubblici e, asportandolo, si potrebbe abbassare il livello degli alvei.

Anche su questo settore non ci sono quasi più fondi e le somme date agli enti per le manutenzioni servono per fare un po’ di ordinaria pulizia e non di più.

 Quindi chiedo ai Consiglieri Regionali  di aprire un tavolo tecnico per ascoltare il grido di allarme dei Sindaci,  che da una parte non hanno i mezzi economici per attivare una specifica prevenzione e dall’altra si vedo pressati da responsabilità sempre più onerose.

 Sarà inoltre opportuno dare una valutazione più oggettiva del cosiddetto “rischo allerta 2”, poiché in questi giorni,  a causa della confusione da parte di molti soggetti interessati all’argomento, ha ancora una volta lasciato noi Sindaci lasciati in balia di se stessi.

 La mia proposta è di attivare corsi di formazione per tutti i Sindaci, i Comandanti di polizia Locale, gli uffici tecnici e tutti coloro che hanno delle responsabilità decisionali per la valutazione oggettiva dei rischi di o, quanto meno, di sottoscrivere un protocollo di intesa (da Ventimiglia a Sarzana) che stabilisca ed obblighi i Sindaci a chiudere le scuole, i supermercati, le attività produttive, le autorimesse e e quant’altro necessario.

Credo che lo spirito che anima ogni amministratore pubblico sia rivolto alla discussione per risolvere i problemi e non per attribuire colpe o responsabilità ad altri soggetti. Ormai è giunto il momento di affrontare diversamente alcuni problemi, irrisolti da molti anni, fermo restando che senza un opportuno stanziamento di fondi diventa molto difficile formulare proposte concrete".

 


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