Ventimiglia: operazione "Confine sicuro" per la Polizia di Frontiera
Tratti in arresto cinque individui tra cui un nomade che vantava precedenti per rapina ed estorsione. I dettagli.
Cinque arresti, uno dei quali ricercato per rapina e tentata estorsione, oltre al sequestro di falsi documenti; questo il bilancio dell’operazione “Confine sicuro”, un servizio che ha visto l’impiego di un congruo numero di personale della Polizia di Frontiera impegnato in una serie di controlli capillari lungo la fascia confinaria, con particolare riguardo alla barriera autostradale.
HUDOROVIC Giorgio (foto 3), nato a Pavia nel 1973, nomade con residenza nella periferia di Torino, veniva controllato nei pressi della barriera autostradale mentre tentava di lasciare il nostro Paese, consapevole del suo stato di “ricercato”.
Malgrado la regolarità della sua carta di identità, gli Agenti si insospettivano per la malcelata “premura” che l’uomo aveva di riprendere il suo viaggio; veniva quindi condotto negli uffici di Piazza Libertà per ulteriori accertamenti. Si scopriva quindi che lo stesso era colpito da una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa lo scorso mese di giugno dal Tribunale di Torino per i reati di rapina ed estorsione commessi, nell’Aprile del corrente anno, nei confronti dei titolari di una ditta torinese specializzata nella progettazione, vendita, installazione e manutenzione di impianti elettrici di ogni tipo, sia industriali che civili.
L’uomo, unitamente ad un complice, aveva posto in essere la rapina mediante minacce e percosse all’indirizzo dei titolari, tese ad ottenere cospicue somme di denaro. Per tali ragioni veniva emessa l’ordinanza di custodia cautelare che permetteva così al personale di Polizia di assicurarlo alla Giustizia.
Il secondo arrestato è un passeur, TRABELSI Mohamed, marocchino del 1982, già noto agli uomini della Frontiera per precedenti analoghi. Avvistato da personale in abiti civili, mentre contrattava con alcuni stranieri nel piazzale della stazione ferroviaria, veniva seguito discretamente fino alla sua auto mentre faceva salire un extracomunitario. L’uomo, alla guida di una Renault Espace, si dirigeva verso l’autostrada dove veniva fermato dalla Polizia immediatamente prima di varcare il confine. L’uomo veniva quindi tratto in arresto per violazione alle leggi sull’immigrazione clandestina.
Il terzo: YOUMNAOUI Salah Edine, marocchino del 1983, regolarmente domiciliato a Roma, controllato nei pressi della barriera autostradale a bordo pullman proveniente da Roma e diretto in Spagna, con precedenti penali tra cui un arresto per detenzione di stupefacenti fatto all’inizio del corrente mese. Sebbene non risultasse alcun provvedimento di ricerca a suo nome, al personale di Polizia non sfuggiva la rapida occhiata in direzione della porta del pullman, ragione che li induceva ad approfondire i controlli; successivi accertamenti permettevano di scoprire che il YOUMNAOUI, sottoposto agli arresti domiciliari a seguito di ordinanza emessa dal Tribunale di Roma, si era arbitrariamente allontanato rendendosi latitante.
Il quarto: DIANGE Moustahpa (foto 4), gabonese del 1972. Lo stesso, controllato nei pressi della stazione ferroviaria all’atto di scendere da un treno proveniente dalla Francia, risultava colpito, sotto l’alias DIAGNE Moustahfa, da decreto del Prefetto di Torino e contestuale ordine del Questore, emessi in data 04.11.2011, pertanto veniva tratto in arresto per essersi ripresentato nel territorio italiano prima del termine dei 5 anni previsti dalla legge.
Infine STEJARU Constantin (foto 5), rumeno del 1979, controllato presso la barriera autostradale di Ventimiglia mentre tentava di lasciare l’Italia a bordo di pullman di linea proveniente da Roma e diretto a Barcellona.
Anche in questo caso, l’abilità del personale di Polizia nel riconoscere segni non verbali di tensione ed irrequietezza, unitamente alla possibilità di acquisire informazioni dalla centrale operativa in modo preciso e tempestivo, consentivano di scoprire che a carico dello stesso risultava una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Torino nello scorso mese di ottobre per furto aggravato.
L’uomo infatti, unitamente ad altri connazionali ed un italiano di Carmagnola, faceva parte di un sodalizio criminale dedito a furti di vario genere, in particolare grandi quantità di rame (oggi considerato come l’oro) e cavi elettrici, travi ecc ecc. Tutto il materiale veniva asportato da magazzini, stazioni ferroviarie e persino cimiteri della periferia torinese, approfittando degli orari notturni per compiere in tranquillità le azioni criminose. Anche in questo caso scattavano dunque le manette.
Denunciato inoltre, in stato di libertà, il cittadino italiano BENKIRANE Mohamed Al Mahdi nato a Milano nel 1988, fermato nei pressi della barriera autostradale in uscita dall’Italia, alla guida di un furgone risultato sottoposto a provvedimento giudiziario amministrativo.
Dagli accertamenti effettuati risultava che la carta di circolazione esibita risultava facente parte di una serie di documenti rubati in bianco nel maggio del 2010 a Campobasso mentre la procura speciale a vendere era totalmente contraffatta. L’uomo che farfugliava in modo sconnesso, risultava positivo al test del tasso alcolemico, ragione per la quale veniva anche contravvenzionato ai sensi del Codice della Strada con ritiro della patente e sequestro del mezzo.