giovedì 28 marzo 2024
01.03.2013 - VALERIO GAMBACORTA

Caso "Coffee Time": condanna per Ingrasciotta, risarciti i Comuni

Il procedimento relativo alla problematica delle certificazioni attestanti il possesso dei requisiti morali in capo al titolare della "Coffee Time", al fine di poter legittimamente installare presso i Comuni di Ventimiglia e Bordighera macchinette per la somministrazione di bevande calde. Ad Ingrasciotta inflitta una pena di anni uno e mesi dieci di reclusione. Risarciti i Comuni.

Nell'aula penale di Ventimiglia il processo giungeva oggi alla discussione finale. Al centro della vicenda, come detto, la questione relativa al possesso dei requisiti morali attestati nelle certificazioni prodotte da Ingrasciotta (quando la titolare della ditta Coffee Time sarebbe stata secondo l'accusa la figlia Alessandra) in relazione all'attività di somministrazione di bevande calde a mezzo macchinette da installare presso gli enti comunali di Bordighera e Ventimiglia - costituiti quali parti civili a mezzo dell'Avvocato Roà.

La difesa Ingrasciotta (Avvocato Bettazzi di Sanremo) così argomentava: "le autocertificazioni risalgono al Settembre 2010. Ed era Ingrasciotta Giovanni il legale rappresentante della Coffee Time. Secondo la normativa i requisiti morali potevano, però, essere in capo al legale rappresentante o alla preposta. La Ingrasciotta Alessandra aveva i requisiti morali come preposta. Nel Decr. Legislativo n.59 del Marzo 2010 la figura del preposto è stata introdotta anche in relazione alla fattispecie proprio dei "requisiti morali".

Tra l'altro l'unica condanna per Ingrasciotta è stata quella del 2009 (per fatti del 1992). Le precedenti condanne sono state infatti oggetto di riabilitazione. Quella del 2009 è stata, invece, “indultata”. L'indulto per certi aspetti ha la stessa funzione della sospensione condizionale della pena. Possiamo dire, quindi, che Ingrasciotta firma in buona fede e sa che in base alla nuova legge la figlia quale preposta ha i requisiti morali. Quindi ritiene di essere in regola".

Il Giudice Paolo Luppi condannava l'imputato per "falso ideologico" ad un anno e dieci mesi di reclusione, con risarcimento del danno a favore dei Comuni di Ventimiglia e Bordighera liquidato in Euro 8.000 ciascuno.

L'Avvocato Bettazzi, per la difesa Ingrasciotta, preannunciava ricorso in Appello.

 


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