Domenica 6 Maggio la Francia andrà al ballottaggio per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.

Domenica scorsa, intanto, i gollisti di Sarcozy hanno dovuto cedere il passo al primo turno ai socialisti di Hollande (29% per quest'ultimo, 26% per Sarcozy).

Ma la vera vincitrice morale è stata lei: Marine Le Pen, avvocato e figlia dello storico leader dell'ultradestra francese Jean Marie Le Pen che, dopo anni di battaglie ed un clamoroso ballottaggio alle elezioni del 2002 con Chirac, ha quest'anno ceduto il "ruolo" di leader del Fronte Nazionale alla figlia.

E la figlia ha ripagato la fiducia ottenendo domenica un clamoroso 19% su base nazionale (il padre si fermò nel 2002 al 17,7%) e soprattutto un "incredibile" 24% nelle Alpi Marittime, il dipartimento storico della Costa Azzurra, la "parte" di Francia a noi più vicina.

La cosa che ha stupito gli osservatori è stata la capacità di questa donna di ripulire l'anima "nera" (se così di può dire) del movimento (come, in parte, gli atteggiamenti xenofobi) per puntare al cuore dell'elettorato operaio, storica base socialista e comunista.

Hollande e Sarcozy sono, è fuor di dubbio, appiattiti su posizioni "tedesche", laddove è l'economia a dettare i tempi e i modi della politica (che non stia accadendo anche in Italia?); Marine Le Pen, invece, pur parlando molto spesso alla pancia dell'elettorato, ha saputo parlare al "popolo" pur di quanto non lo abbiano fatto Hollande e Sarcozy, che sono sembrati in più di una occasione timorosi, anche in campagna elettorale, di non contraddire la Signora Merkel.

C'è chi dice che ora Marine possa addirittura essere sdoganata nei salotti buoni della destra gollista. Certo è che il suo elettorato, ora, per il 6 Maggio fa gola ad entrambi i rivali...