venerdì 26 aprile 2024
30.09.2012 - VALERIO GAMBACORTA

Sport e integrazione: la storia di Abdoul

Abdelhak Chakib (Abdoul) è un ragazzo marocchino che lavora a Latte come guardia notturna presso un noto supermercato. Ma, soprattutto, è un grande appassionato di sport. Calcio e aikido i suoi amori.

Ciao Abdoul, da quanti anni vivi in Italia?

Sono venuto in Italia nel 1998, entrando da clandestino, riuscendo poi a regolarizzare quasi subito la mia posizione. Ora lavoro presso il supermercato di Latte come guardia notturna. E' il mio lavoro, ormai, dal 2002. Dieci anni. Proprio qualche mese fa sono riuscito a sventare un furto nei magazzini, mettendo in fuga un gruppo di quattro ragazzi che stavano rubando stecche di sigarette. Purtroppo nella fuga sono riusciti, comunque, a portarsi via roba per quasi 3.000 Euro.

Ma vado fiero del mio gesto e del mio impegno sul lavoro. Mi sentivo e mi sento italiano. Anzi, da tre mesi, sono italiano a tutti gli effetti avendo preso la vostra cittadinanza.

Cosa mi sai dire riguardo il tuo amore per lo sport?

Io ho cominciato a giocare a calcio da ragazzino, ho fatto tutta la trafila nelle giovanili, giocando poi anche nella serie A marocchina nel Bernoussi. Poi, purtroppo, non c'è stato più il tempo di praticarlo. Si cresce. I primi lavori ma l'amore per lo sport è rimasto. L'ho solo spostato, per così dire, sull'aikido.

Un'arte marziale di derivazione giapponese praticata a mani nude e con le armi (bastoni). In Marocco ho conquistato la cintura nera e questo mi ha permesso di diventare un "maestro". Come tale ho svolto molti stages in giro per il mondo: Rio De Janeiro e Sofia le mie tappe più importanti. Poi L'ingresso in Italia, ma la voglia di non mollare con questa fantastica disciplina che rafforza il fisico e la mente.

Purtroppo in Italia ho incontrato difficoltà nel farmi riconoscere i titoli "marocchini" (problemi di Federazione) ma questo non mi ha impedito di certo di continuare a praticare l'aikido. Mi sono allenato sovente con Roberto Gimigliano, funzionario Apo dei servizi demografici del Comune di Ventimiglia, a sua volta appassionato e praticante aikido. Ora però sono fermo da circa due anni a causa di un infortunio alla spalla.

Hai grandi progetti, vero, per quel che concerne l'insegnamento di questa disciplina?

Si mi piacerebbe aprire una palestra per insegnare aikido ai bambini. Tutti: italiani, marocchini. Cristiani e musulmani. Credo che lo sport possa essere uno dei mezzi con cui abbattere barriere ed integralismi, che, molto spesso sono nella testa dei genitori non certo dei bambini. Il fatto che dei bambini possano stare e crescere insieme, praticando uno sport significa già mettere delle solide basi per un futuro migliore.

 

 

 

 

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