Accanto a Filippo Spirlì (39 anni) nelle vesti di imputati: la moglie Angela Versace (anni 40), Bruno Mezzatesta (34), Antonio Carbone (50), Girolamo Magnoli (20), Nicola Pecorelli (34) e Karim Bellifa (32).

Il processo Spi.ga prende le mosse da quello che fu un intervento in "grande stile" posto in essere nel Giugno 2011 dagli investigatori e che portò all'esecuzione immediata di dodici misure di custodia cautelare. 

A destare particolare impressione all'epoca fu che l'operazione si concentrò sul borgo della città Alta di Ventimiglia, considerata secondo l'accusa, il crocevia dei traffici del "clan". Ad ingarbugliare ulteriormente la faccenda il fatto che lo stesso Spirlì compaia quale indagato nel fascicolo denominato "La Svolta", l'inchiesta che due mesi fa ha terremotato il ponente ligure con più di dieci arresti e cinquanta indagati (tra cui il Sindaco di Vallecrosia Armando Biasi, indagato per "voto di scambio", che ha poi rassegnato le dimissioni).

Il processo Spi.Ga ha incuriosito molto anche per la ricostruzione delle modalità di spaccio dello stupefacente da parte del gruppo: praticamente la coca e l'hashish venivano sigillati nel cellofan, sottovuoto, come si usa fare per i salumi.

Lo stesso Avvocato Bosio, del collegio difensivo degli imputati, aveva platealmente sottolineato ciò portando un salume calabrese sottovuoto in aula e chiedendo al teste d'accusa che stava deponendo se il "sistema" potesse definirsi, appunto, simile al confezionamento "sottovuoto" del salume che aveva in mano.

Ora, come detto, il 28 Febbraio la sentenza.