Abbo Girolamo, infatti, era stato rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia. Nel corso del procedimento la vittima (l'ex convivente) riusciva a prendere coraggio e a rivelare un "mondo" fatto di quotidiane e ripetute violenze psicologiche e fisiche.

Di qui la decisione per i giudici di contestare il più grave reato di stupro aggravato (ex art. 609 bis e seguenti). 

Stamane è stata sentita nelle vesti di teste la figlia dell'imputato la quale ha confermato la personalità abominevole e violenta del padre, innescata, sovente, dal consumo smodato di alcolici. E' emersa anche l'esistenza di una condanna datata 1987 ("per atti di libidine" nei confronti della figlia medesima) a carico sempre dell'imputato. All'epoca ricordiamo la violenza carnale era diversamente considerata a livello penale: un reato nei confronti della pubblica morale e non, invece, come ora e solo dal 1996 nei confronti della persona.

La parte offesa, non presente in aula, era difesa dall'Avv. A. Franza.

In oggi, solo un cavillo formale (un ritardo di notifica di nomina del nuovo difensore dell'imputato) ha impedito che costui venisse già giudicato dal collegio giudicante Purpura - Bonsignorio - Luppi.

Rinvio per discussione e sentenza, quindi, al 29 Marzo 2012