venerdì 26 aprile 2024
24.01.2013 - REDAZIONE

"La banalità del male": un testo della Arendt per la Giornata della Memoria

Imperia: Lo Spazio Vuoto di via Bonfante, dopo lo scoppiettante avvio della stagione 2013 con i quattro concerti jazz in due serate della serie ‘Carte Blanche’ curata da Rosario Bonaccorso, domenica 27 gennaio, Giornata della Memoria, alle 21.15, darà inizio alla rassegna teatrale con Paola Bigatto (foto) in ‘La banalità del male’, un testo di Hannah Arendt, ridotto e riadattato dalla stessa Bigatto.

La Arendt osserva la macchina della giustizia di Israele con implacabile occhio critico. Non esita, ebrea, a indagare le responsabilità morali e dirette del popolo ebraico nella tragedia dell’Olocausto, né ad attribuire a tutto il popolo tedesco pesanti responsabilità durante il Nazismo e ipocriti sensi di colpa durante la ricostruzione post-bellica.

Scopre che è la menzogna eletta a sistema di vita sociale e politica la principale artefice delle tragedie naziste, la menzogna come strategia esistenziale attuata prima di tutto nei confronti di se stessi: la capacità di negarsi delle verità conosciute è il meccanismo criminale che porta il male ad apparire banale, inconsapevolmente agito da personaggi che, come Eichmann, si dichiarano sinceramente stupefatti dell’attribuzione di questa responsabilità.

Il male estremo, l’abominio criminale contro l’uomo rappresentato dal Nazismo non resta tranquillamente relegato nei responsabili noti dei massacri e dell’organizzazione, ma appare come una realtà sempre presente, in agguato nella pigrizia mentale, nell’inattività sociale e politica, nel delegare le scelte di vita ad altri da noi, nell’usare la banalità e la mediocrità come alibi morali.

Coloro che sono sfuggiti a questo meccanismo dimostrano, con la loro vita, il loro esempio e spesso il loro sacrificio, che quella capacità di giudizio che ci esime dal commettere il male non deriva da una particolare cultura, bensì dalla capacità di pensare. E dove questa capacità è assente, là si trova “la banalità del male”.

Il senso  politico e sociale, oltre che didattico, di quest’operazione, che nasce per i banchi di scuola e si sviluppa come una lezione frontale, risiede quindi non solo nei contenuti storici e filosofici cui si fa riferimento (la nascita del Nazismo, le modalità dell’Olocausto, il processo di Norimberga), ma soprattutto nell’esempio morale offerto dalla Arendt osservatrice: un modello di equilibrio, d’implacabilità nell’essere dolorosamente oggettiva e nel sottolineare duramente le verità taciute da entrambe le parti processuali.

Né il suo essere ebrea, né il suo essere tedesca, né il trovarsi di fronte a uno degli assassini di sei milioni di persone, altera la sua ricerca della verità e il suo sforzo di essere oggettiva. È per questo che oggi, quando il grande potere dell’informazione pretende di rifare gli accadimenti, di determinarne la realtà, quando la menzogna intellettuale sembra prevalere nella comunicazione umana e lo spirito critico dei più sembra acquietarsi nella “confortante coerenza delle ideologie”, il passionale e lucido sguardo della Arendt rappresenta una lezione di estrema attualità. Nella Giornata della Memoria un testo perfetto per non dimenticare e far riflettere.


Commenti

Nessun commento presente.
Accedi per scrivere un commento

 
Meteo