giovedì 25 aprile 2024
17.02.2012 - Chiara Ragnini

Il Festival di Chiara, i commenti della terza serata

La nostra giornalista d'eccezione Chiara Ragnini ci presenta le opinioni della terza serata.

Sarò sincera. Sono orgogliosa di essere sopravvissuta alla terza serata del Festival di Sanremo. Questo significa che le ultime due scivoleranno indolori. Non so voi, ma trovo questa edizione del Festival particolarmente tediosa, impigrita da canzoni poco innovative e bisognosa d'attenzione a tal punto da ricorrere a scosciature azzardate e a volgarità gratuite pur di attirare il pubblico.

Non si grida al miracolo, insomma. E siamo in generale lontani anni luce da edizioni importanti di alcuni anni fa, le stesse che introdussero al grande pubblico artisti fino a quel momento più o meno sconosciuti, come Elio e Le Storie Tese, Carmen Consoli, Quintorigo, Subsonica, Negramaro.

Un vero peccato.

Ah.

Domattina verrà a casa il tecnico tv, perciò finalmente anche io potrò vedere la Rai in tv. Peccato, i banner pubblicitari del sito di streaming video avevano iniziato a tenermi compagnia. Pazienza.

I DUETTI

Civello-Shaggy: la procace scollatura della Civello non riesce a colmare le imponenti lacune vocali di Shaggy, che per l'occasione ha preso dieci chili in più. Morandi sbaglia la presentazione, parte la base di Boombastic ed un Shaggy sottotono cerca di rimediare nell'imbarazzo ed il gelo generali. La Civello, definita fra le migliori interpreti jazz in Italia, è sottotono e delude ancora una volta le azzardate aspettative. No comment sull'intonazione di Shaggy e sulla sua raucedine. Morandi conclude con un "abbiamo incominciato alla grande". Imbarazzanti. Voto 3.

Bersani-Bregovic: Romagna Mia diventa My Sweet Romagna per l'occasione, introdotta da un Morandi che non riesce nemmeno a pronunciare "Bregovic". Pazzesco. Sono di parte, ma Bregovic è la sorpresa più interessante sinora e risveglia con Bersani l'assopito e ancora perplesso pubblico, intorpidito dalla precedente e disastrosa esibizione. Folcloristici. Voto 6 1/2.

Zilli-Skye: la Zilli assomiglia in un modo sempre più inquietante ad Amy Winehouse. Qualcuno dovrebbe suggerirle una nuova pettinatura, per riacquistare un briciolo di identità in più. Skye ha una gran voce e affossa quella di Nina, l’accoppiata è stata rischiosa, ma nel complesso l’esibizione fila liscia, benchè le due cantanti non si filino a vicenda manco a morire. Distaccate. Voto 6.

Matia Bazar-Al Jarreau: finalmente un momento di eleganza e di emozione, peccato che la voce di Jarreau, peraltro in ottima forma, sovrasti quella della Mezzanotte (sono sicura che con la Ruggiero non sarebbe successo). Il pubblico reagisce bene ed io riacquisto piano piano un po' di colore. Eleganti. Voto 6 1/2.

Emma-Gary Go: in sintonia, ben amalgamati nell'interpretazione, Emma e Gary sembrano gli unici finalmente a divertirsi davvero. Peccato per i controcanti della Marrone in Wonderful, inascoltabili. Allietati. Voto 6 1/2.

Arisa-Josè Feliciano: lei è sempre impeccabile nell'interpretazione, forse troppo, ma almeno è un piacere per le orecchie ascoltarla cantare senza sbavature. Feliciano, emozionato, emoziona. Una bella accoppiata. Nostalgici. Voto 7.

Renga-Dalma: i due artisti cantano bene, ognuno stando ben attendo a non invadere lo spazio vitale dell'altro. L'impressione è quella di sentire due esibizioni diverse, benchè si tratti della stessa. Poco uniti, ma almeno precisi. Riservati. Voto 7.

Carone-Langer: grande momento nazionalpopolare con Anema e Core, rivisitata per l'occasione e arricchita dalla presenza di Dalla e di Langer, che, l'uno con il suo carisma e l'altro con il bel timbro e il viso d'angelo, fanno passare letteralmente in secondo piano Carone, a mio avviso sottotono. Per non parlare della seconda esibizione: Langer piano e voce vale diecimila volte di più di un Carone con un'orchestra intera, tant'è che pure Morandi si dimentica di annunciare il povero Pierdavide. Rispettabili. Carone voto 4. Langer voto 9.

Fornaciari-Ellis-May: l'arrangiamento degli archi alla Queen (Innuendo?) apre l'esibizione del magico terzetto. Irene e la Ellis intepretano con grinta Uno Dei Tanti, rivisitata in chiave decisamente elettrica. Brian May ha ancora gli stessi capelli di trent'anni fa (Branduardi docet) e suona ancora come trent'anni fa. Le due voci, coese e ben amalgamate, convincono nell'interpretazione e il pubblico risponde più che positivamente, con un applauso sincero e duraturo. May, però, mi inquieta particolarmente. Anacronistici. Voto 6/7.

Marlene Kuntz-Patti Smith: Patti Smith sul palco dell'Ariston è un evento che difficilmente si ripeterà in futuro e la presenza dell'artista arricchisce l'esibizione del gruppo. C'è però qualcosa che non mi convince. Sarà che trovo fuori luogo entrambi in questo contesto e vederli insieme fa ancora più strano. Però i Marlene sono i Marlene e Patti Smith è pur sempre Patti Smith. E Because The Night da sola vale più di mille reinterpretazioni azzardate. Progressivi. Voto 7.

D'Alessio-Bertè-Macy Gray: in assoluto l'esibizione migliore della serata. A loro agio con un brano impegnativo, il trio emoziona: Macy Gray materna nel suo cantare, la Bertè tormentata e D'Alessio padrone di casa  Confortanti. Voto 8.

Finardi-Noa: la canzone napoletana è di nuovo protagonista di questa serata. Noa convince e si conferma un'ottima interprete. Il guru Finardi strilla troppo, così come l'arrangiamento. Eccessivi. Voto 6-.

Dolcenera-Professor Green: i due si cimentano nella Vita Spericolata del Vasco nazionale. Lei è decisamente a suo agio nell'apertura piano e voce, lui si integra bene con le sue rime. Entrambi si intrecciano senza intoppi nell'interpretazione, pur senza convincere appieno. Ribelli. Voto 7-

Noemi-Sarah Jane Morris: finalmente un po' di sano blues. La Morris è strepitosa e Noemi al massimo delle sue capacità. La canzone è un tripudio di note e le due voci sono ben amalgamate, trascinate dal groove del pezzo, ottimamente arrangiato. Veramente una bella performance, per me sono le migliori. Grintose. Voto 8 1/2.

Morandi: impacciato. Voto 5.

Mrazova: confusa. Voto 2.

Papaleo: svagato. Voto 6.


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