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19.02.2012 - Alessandra Chiappori

Sanremo: la critica punta sui cantautori

A Samuele Bersani con “Un pallone” ed Erica Mou con “Nella vasca da bagno del tempo” l’ambito premio della critica Mia Martini

Samuele Bersani in conferenza stampa

Sono passati dodici anni dall’ultima partecipazione di Samuele Bersani al Festival di Sanremo, ma, come nel 2000 quando vinse il premio della critica Mia Martini con “Replay”, anche in questa edizione appena conclusa il cantautore romagnolo, notoriamente piuttosto schivo ai media, si è aggiudicato l’ambito riconoscimento della sala stampa. Per la sezione giovani la salentina Erica Mou, scoperta di Caterina Caselli, ha convinto i giornalisti con la sua “Nella vasca da bagno del tempo”. Due premi che, davanti al clamore mediatico concentratosi sulla finalissima e sulla vittoria di Emma, sugli interventi discussi di Celentano, sulle subrette che, vestite o meno, hanno attirato l’obiettivo dei fotografi, hanno finito per essere messi da parte.

Il premio della critica, introdotto nel 1982 dai giornalisti della sala stampa, dal 1996 è stato intitolato a Mia Martini, vincitrice per ben tre volte (nel 1982 con “E non finisce mica il cielo”; 1989 “Almeno tu nell’universo”; 1990 “La nevicata del ‘56”), e in questi 30 anni ha visto sancire la qualità di numerosissimi brani, per lo più di cantautori, la categoria che sembra candidarsi quasi naturalmente alla targa. Oltre a Bersani ricordiamo, negli ultimi anni, anche Roberto Vecchioni con “Chiamami ancora amore” , vincitore del Festival nel 2011, Simone Cristicchi (“ti regalerò una rosa”, 2007), Daniele Silvestri (“Aria”, 1999; “Salirò”, 2002), Sergio Cammariere (“Tutto quello che un uomo”, 2003), Mario Venuti (“Crudele”, 2004).

Un premio, quello della critica, al quale viene attribuito un valore speciale proprio in virtù della natura della sua giuria: i giornalisti. Niente voto demoscopico e non interviene nemmeno il famigerato televoto: il pubblico della sala stampa si orienta per tradizione sul valore “critico” della canzone, ecco allora il riconoscimento di testi particolarmente poetici o impegnati che, in genere, non sono “solo canzonette” e non spopolano tra il grande pubblico di massa.

Samuele Bersani fin dagli esordi con “Il mostro” e “Chicco e Spillo” (1992) si contraddistingue per la sua capacità di scrivere testi mai banali, dove il gioco di parole e immagini mantiene spesso un aggancio alla realtà sociale. Come “Un pallone”, che quest’anno ha portato sul palco dell’Ariston il disagio di un pallone che rotola e cerca di cavarsela in un mondo avverso, metafora in chiave giocosa degli ostacoli che l’attuale situazione mondiale oppone alla vita di ciascuno. “Ci vuole molto coraggio a rotolare giù in un contesto vigliacco che non si muove più e mantenere la calma adesso per poi sentirsi un pallone perso”. Bersani, che preferisce tenersi lontano dagli schermi televisivi ed era dubbioso anche sulla partecipazione a questo Festival, è uscito nei negozi di musica il 15 febbraio con un best of, “Psyco”, un doppio album che, oltre agli inediti “Un pallone” e “Psyco” raccoglie i suoi successi degli ultimi 20 anni.

Diverso il discorso per Erica Mou, insignita anche del premio della sala stampa radio-tv. Cantautrice agli esordi lanciata dalla talent scout Caterina Caselli e già affiancata da figure di rilievo come Davide Rossi, arrangiatore e compositore per i Coldplay, Siouxie e Alicia Keys, che ha prodotto e arrangiato il pezzo e Rik Simpson, anche lui produttore di molti brani dei Coldplay, con questo premio Erica inaugura quella che spera essere un’importante carriera di cantautrice. La ragazza, appena 21enne, ha colpito tutti per la tenacia e la naturalezza con cui, chitarra alla mano, si è esibita sul palco più famoso della musica italiana. A marzo inizierà a Bisceglie, città d'origine, il suo tour, mentre dice di stare pensando alle canzoni per il nuovo album.


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