mercoledì 29 maggio 2024
10.12.2011 - Giuseppe Picchianti

Libri, presentazione di INTEMELION all'Oratorio dei Neri

Nel pomeriggio di sabato 10 dicembre si è svolta, nella splendida cornice della Chiesa dei Penitenti Neri, recentissimamente restaurata a regola d'arte, la presentazione del quaderno di studi storici liguri, Intemelion.

All'iniziativa erano presenti, oltre al comitato scientifico del quaderno, anche il Parroco di Ventimiglia Alta, Don Luca Salomone, che ha ricordato come la Chiesa dei Neri debba ritornare a perseguire un valore, non solo di culto, ma anche sociale, attraverso la possibilità di allestire in questa sede vernissage e tutte quelle iniziative che promuovano la cultura e il sapere sociale.

La parola è poi passata al Prof. Giuseppe Palmero, il quale ha ripercorso i motivi della nascita e la crescita di questo quaderno, che a cadenza annuale, propone studi sul territorio, non solo strettamente intemelio ma allargati anche ai rapporti con Oltralpe. Nel 1995 vide la luce il primo numero della rivista, che aveva il compito di racchiudere e manifestare tutti gli studi e i dibattiti a livello storiografico che si stavano sviluppando nel nostro territorio; da allora in poi Intemelion divenne un importante strumento nel mondo della disciplina storica, grazie alla Civica Biblioteca Aprosiana, veniva e viene tutt'oggi inviato alle maggiori biblioteche nazionali italiane e straniere, grazie anche al contribuito che sempre di più viene offerto, attraverso la firma di importanti saggi e articoli di personalità del mondo scientifico storico – artistico internazionale. Un ringraziamento il Prof. Palmero lo riserva in particolar modo alla Compagnia dei Ventimigliesi, che ogni anno aiuta finanziariamente la stampa e la diffusione della rivista. L'unica nota mesta è l'assenza, relativa solo a quest'anno, del patrocinio del Comune di Ventimiglia, il quale, ha preferito pubblicizzare altri volumi: l'auspicio che tutta la redazione di Intemelion rivolge, è quella che per il futuro, già anche dal prossimo anno, possa ricompattarsi l'amicizia e la collaborazione.

Il Professore Fulvio Cervini è, quindi, passato a sviscerare e a presentare i contenuti del numero di quest'anno, partendo da un concetto apparentemente molto semplice, ma che necessita, oggi più che mai, maggiore attenzione a livello sia intellettuale che pratico: quanto costa la cultura? Sappiamo, senza dubbio, che il suo frutto è inestimabile!

I filoni tematici nella rivista sono costanti: fonti scritte, frangenti non localistici, iconografie, tematiche sociali. Le novità introdotte però sono diverse: all'interno del quaderno troviamo informazioni ricavate da testi e immagini attinenti alla vita privata delle persone e testi figurativi architettonici.

Le tematiche trattate sono molteplici: si inizia dai monumenti, con lo studio da parte dell'Ing. Gabrielli sull'edificio della chiesa di San Giovanni Battista nel cimitero di Isolabona, si fa un salto ai passi di montagna in compagnia degli studi giuridici della Prof.ssa Beatrice Palmero, sull'uso dello sfruttamento dei pascoli e la regolamentazione della transumanza, sottolineando l'attenzione sul concetto di frontiera, figlia del pensiero umano, ma che a livello naturale non esiste, anzi, contrariamente, tende ad unire territorio e persone che lo abitano. In questo numero si continua anche a porre attenzione agli studi linguistici e sociali: l'uso del dialetto dalla nascita all'adolescenza, interessante studio promosso dalla Dott.ssa Rita Zanolla, oppure il “Figun”, una sorta di lingua nata dalla commistione del dialetto imperiese e il francese ottocentesco, nei territori di Vallauris e Biot; anche in questo caso ritroviamo un filo rosso che ci riporta al concetto di estrema relatività delle frontiere linguistiche, del tutto false, non aderenti alla realtà naturale. Trovano spazio anche l'agricoltura e la vitivinicoltura, con due studi di Maria Pia Viale e Alessandro Carassale.

In precedenza abbiamo già affermato che la novità di questo numero è l'uso di fonti private: il primo saggio ripercorre la vita di Muratore, lo chaffeur, prima, della corriera della valle Roya e poi nei Balcani durante il primo conflitto mondiale. In questo caso gli studi sono stati condotti da Graziano Mamone, giovane ricercatore ventisettenne, che ha esordito con il libro “Memorie di Sabbia”: la vita e la storia di Battistino Ballestra, giovane ventimigliese che nel 1911 combatte per l'Italia di Giolitti contro la Libia. L'altro saggio invece ripercorre l'incontro di due dittatori a Bordighera: il basco Franco e Mussolini, nel 1941. Un incontro, che la storiografia, dichiarerà del tutto inutile a livello politico, ma molto importante sotto la luce della propaganda. Quest'ultimo saggio offre una possibile risposta al quesito di cosa si debba occupare materialmente chi maneggia la storia e le sue fonti: lo storico deve essere in grado di smontare le fonti, deve studiarle a fondo, deve comprendere cosa sia accaduto realmente e poi, alla luce di quello che scopre, deve ricomporre il quadro degli eventi, cercando di riportare il tutto al massimo grado di oggettività e al vero della storia, affinché il passato dimostri gli errori e aiuti il presente ad essere maggiormente coeso, pronto a difendersi con l'arma della verità contro i molteplici tentativi di revisionismo, che portano alla distruzione e allo smembramento sociale e culturale.

 

 


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